L'Istat licenzia 317 dipendenti. Le rilevazioni sul lavoro le farà un istituto privato

317 dipendenti saranno presto licenziati all'Istat. Il tutto a favore di un istituto privato, per volere del governo.
Tutti conoscono l'Istituto nazionale di statistica. Ecco in breve di cosa si occupa,
secondo quanto riportato dal sito stesso: “Compito istituzionale
dell'Istat è produrre e diffondere informazioni affidabili,
imparziali, trasparenti, accessibili e pertinenti, capaci di
descrivere le condizioni sociali, economiche e ambientali del Paese e
i cambiamenti che avvengono in esso, con il vincolo del più rigoroso
rispetto della privacy”.
I sondaggi di questo istituto sono tra
i più importanti in Italia, vere e proprie fonti di informazione,
citati da tutti gli organi di stampa.
L'Istat, nato nel 1926, è un organo
pubblico e, come tale, è naturalmente condizionato dalle scelte
della politica. Vediamo in breve come, analizzandone la struttura.
Il presidente dell'Istat è nominato
dal Presidente della Repubblica su proposta del presidente del
Consiglio. Dura in carica 4 anni, la retribuzione lorda è di circa
92 mila euro annui. L'attuale presidente è Enrico Giovannini.
L'Istat ha un consiglio, con mansioni
di indirizzo e controllo sull'attività dell'istituto. È composto da
nove membri, cinque dei quali nominati dal presidente del Consiglio.
I consiglieri durano in carica quattro anni.
Altri due organi sono il Comitato di
indirizzo e coordinamento dell'informazione statistica, con funzioni
direttive, ed il Collegio dei revisori dei conti: 3 membri, nominati
dal presidente del Consiglio.
Infine, presso la presidenza del
Consiglio, ha sede la Commissione per la garanzia dell'informazione
statistica, volta, in particolare, a “vigilare sull’imparzialità
e sulla completezza dell’informazione prodotta”.
Certo, un dubbio sull'imparzialità
dell'istituto non può che sorgere. Ma si sa, uno più uno fa due, i
numeri sono numeri.
Anche 317 è un numero. È il numero di
lavoratori precari Istat (anzi, co.co.co.) che verranno licenziati a
seguito di una decisione dell'istituto: affidare ad un istituto di
sondaggi privato, l'Ipsos, il lavoro riguardante la rilevazione della
disoccupazione in Italia. Il governo, quindi, ha deciso di affidare
un lavoro pubblico, che riguarda l'intera popolazione, ad un istituto
privato.
La FlcCgil, sindacato di categoria, ha
proclamato per il 25 settembre una giornata di sciopero dei
lavoratori dell'Istat.
Due problemi sorgono, secondo Mimmo
Pantaleo (segretario generale del sindacato) a seguito di questa
decisione: da una parte il licenziamento di 317 persone dopo sette
anni di servizio. Dall'altra il rischio “per l'indipendenza e la
credibilità dell'istituto” (fonte Repubblica).
Allora proponiamolo noi un sondaggio.
Perché è stato deciso di affidare ad un istituto non pubblico
(nonostante “il pubblico” sia a contatto con la politica) proprio
l'area di lavoro che riguarda la rilevazione della disoccupazione in
Italia? a)Razionalizzazione delle spese; b)Si ritiene che l'Ipsos
sia più adatta a questo lavoro; c) Tentativo di metter mano a certi
dati che, con l'autunno che si prospetta, potrebbero essere scomodi.
A presto i
risultati.
Rosario Di Raimondo